venerdì 6 luglio 2012

PORTOGALLO, SPAGNA, BRASILE, MACAO - AZULEJOS


Gli azulejos più noti sono quelli portoghesi e spagnoli, piastrelle di maiolica colorata - in prevalenza con disegni azzurri - usate per ricoprire e decorare le pareti, sia esterne sia interne, degli edifici. Tutta Lisbona - soprattutto nella Cidade Alta, nel quartiere del Chiado - e l’intera provincia conservano splendidi palazzi seicenteschi abbelliti con questo tipo di copertura. Bisogna sottolineare, però, come l’azulejo giunse in Portogallo a seguito degli arabi che, nel XIV secolo, ne introdussero l’uso nell’intera penisola iberica. Il termine azulejo, infatti, deriva dall’arabo azul, lapislazzulo (azzurro, in portoghese).



I primi motivi introdotti dai musulmani si incentravano soprattutto su disegni geometrici e astratti. In seguito, con l’arrivo in terra lusitana delle porcellane cinesi della dinastia Ming - giunte attraverso le colonie asiatiche -, furono introdotti, con grande successo, motivi più raffinati, con dettagliate rappresentazioni antropomorfe o mitologiche, spesso a carattere bucolico, in prevalenza bianche e blu. Il momento più glorioso di questa arte si raggiunse nel Seicento, secolo di punta del colonialismo e della prosperità portoghese: a quel periodo risalgono gli edifici più sontuosi. Allora le rappresentazioni più diffuse erano le scene di guerra - come quella per l’indipendenza dalla Spagna - e le immagini religiose, pilastri portanti dell’epoca colonial.



In Brasile
L’espansione coloniale lusitana lasciò la maggiore impronta architettonica in diverse colonie dell’impero, da Goa a Macao. L’uso dell’azulejo, infatti, si estese allora anche alle colonie, Brasile prima fra tutte. I centri storici di Salvador de Bahia, Rio de Janeiro, Recife, São Luís, João Pessoa, São Vicente conservano - alcuni più, altri meno - palazzi, chiese o fontane decorati con queste eleganti maioliche. La città che maggiormente ha saputo preservare e valorizzare questo particolare tipo di decorazione è senz’altro São Luís, la capitale dello Stato nordestino del Maranhão. Nel suo centro storico, infatti, risplendono nel loro massimo fulgore gli edifici del Projeto Reviver, il cuore coloniale della città, restaurato intelligentemente di recente. Lì, addirittura, c’è un museo dedicato appositamente agli azulejos (il Museo di Arti Visuali), il quale conserva anche antichi esemplari europei realizzati tra il Settecento e il Novecento. A Salvador - che, nella zona attorno al Pelourinho, ricorda fortemente il quartiere dell’Alfama di Lisbona - gli azulejos possono essere osservati, ad esempio, nella Praça da Sé. A João Pessoa, capitale della Paraíba, invece, alcuni interessanti esemplari, seppure in parte rovinati, si trovano nelle nicchie del sagrato della chiesa di São Francisco (1589). A São Vicente, prima città fondata dai portoghesi in Brasile (1532), lungo il litorale paulista, attigua a Santos, si può osservare una rappresentazione dell’evangelizzazione del padre gesuita Anchieta presso la fontana che gli è stata dedicata e che ne prende il nome (1553).




In Brasile, però, non sono noti negozi presso cui sia possibile acquistare gli azulejos: con l’abbandono della colonia da parte dei portoghesi, nessun brasiliano sembra ancora aver ripreso questa forma di arte per sfruttarla commercialmente. Nella madrepatria, invece, abbondano le bancarelle e i negozi specializzati - a Lisbona qualcuno si trova nel Bairro Alto -, e le piastrelle, di tutte le dimensioni, possono essere fatte su misura. Oltre alle tinte tradizionali - il bianco e blu -, in questo caso, fanno la comparsa anche tutti gli altri colori dell’arcobaleno, in gran parte per esigenze commerciali, oltre che estetiche.



Nessun commento:

Posta un commento