venerdì 3 agosto 2012

EGITTO - KHAN AL KHALILI


Uno dei maggiori luoghi di interesse del Cairo, nel cuore della Città Vecchia, a due passi dalla moschea di al-Husayn, è considerato il secondo maggiore suq del Vicino Oriente dopo il bazar di Istambul. Di origini antiche - vi fu costruito un caravanserraglio nel 1382 -, è un teatro a cielo aperto di merci e persone, secondo una piacevole amalgama caotica tipicamente araba. Più che souvenir, vi si trovano merci per la gente locale: scarpe economiche, frutta, verdura, pane, gelati, bibite, in gran parte venduti da commercianti ambulanti armati di carrettini. Alle spalle di questi, lungo la via principale e le traverse, numerosi negozi specializzati in tappeti, gioielleria tradizionale, spezie, profumi. Prezzi decenti, ma è d’obbligo la contrattazione. La parte del leone, sia per i locali sia per i turisti, la fanno i maqha o qahwa, i caffè in cui si consumano ettolitri di tè alla menta e si fumano ciminiere di tabacco dai grandi narghilè, qui noti con il nome di shisha (dal turco per ‘vetro’ o ‘bottiglia’: il narghilè, o pipa ad acqua, di solito ha una base di vetro trasparente con acqua all’interno per raffreddare il fumo). Qui il rito non è tanto quello di comprare chissà che, ma semmai quello di osservare gli altri che fanno la spesa, tra una boccata di fumo e una sorsata di tè. Istituzione fra questi caffè il Fishawi, cui si aggiungono numerosi ristoranti in cui consumare piatti tradizionali. Questo mercato, purtroppo, è stato oggetto di ben due attentati terroristici dei fondamentalisti islamici, nel 2005 e nel 2009.

Pubblicato su Panorama Travel







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