martedì 4 settembre 2012

ITALIA - DELTA DEL PO


Diviso fra sei territori parzialmente disgiunti, tanti quanti i bracci del grande fiume che si riversano nell’Adriatico, il Parco Regionale del Delta del Po fu istituito nel 1988 su un’area di circa 52.000 ettari. Dotato di un ecosistema ricco e unico, ha una geografia spezzettata fra le province di Ferrara e Ravenna.

Le zone tutelate del Parco Regionale del Delta del Po, dal 1999 Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco, vantano un ecosistema ricchissimo, fondamentale per la sopravvivenza di molti uccelli migratori e di piante semiestinte. Nella regione vivono oltre mille specie vegetali e quasi trecento varietà di uccelli, soprattutto acquatici (in particolare aironi - bianchi e rossi -, spatole, cormorani, gabbiani, sterne, fenicotteri e falchi di palude). Tra i mammiferi si annoverano ricci, volpi, donnole e faine.


Partendo da sud, la prima stazione del parco è quella della Pineta di Classe e Saline di Cervia (11.000 ettari), poco sotto Ravenna. Passati Lido Adriano e Punta Marina, si giunge alla seconda stazione, in cui le oasi naturalistiche convivono con il polo chimico di Ravenna. Tra Marina di Ravenna e Casal Borsetti, passando per il canale di Porto Corsini e per Marina Romea, si respira l’aroma di resina della folta Pineta di San Vitale, che avvolge la strada statale Romea. Questa, assieme alle Piallasse di Ravenna, costituisce la seconda stazione del parco (11.000 ettari).





Subito a nord si entra nella provincia di Ferrara, cui appartiene la stazione di Campotto di Argenta (800 ettari), più verso l’interno rispetto alle altre. Tra zone umide di acqua dolce (le Valli di Argenta e di Marmorta), si possono visitare due musei vicini tra loro, quello delle Valli di Argenta e quello della Bonifica.


Tornati sul litorale, si arriva alla vasta area paludosa delle Valli di Comacchio (12.000 ettari), a sud della città omonima. Nota per la pesca dell’anguilla, la zona acquitrinosa è formata dalla Valle (dal latino valium, depressione) Fattibello, dal Lido di Magnavacca, dalla Fossa di Porto e da Valle Campo, oltre che da alcune valli minori, separate da argini. Contese dalla gente e dai governi del luogo per secoli a causa dei loro importanti prodotti (anguille, sale, selvaggina, piante di palude), le valli furono concesse da Napoleone ai comacchiesi nel 1797. Oggi, in gran parte pubbliche, queste zone ospitano, oltre alle tradizionali anguille, orate, cefali e spigole. L’inquinamento delle acque, però, negli ultimi decenni ha decimato le specie ittiche e floreali, tanto da provocare una serie crisi all’industria della pesca. La tutela di questa zona, forse la regione umida salmastra più importante del Delta e una delle più rilevanti d’Europa, tuttavia permette la sopravvivenza di uccelli rari, tra cui la moretta tabaccata, il marangone minore e, in primavera e autunno, la pittima reale.





A breve distanza dalla foce del Reno, ancora in territorio ravennate, ci sono l’isola di San Clemente e, lungo il tratto del Po di Primaro, l’oasi di Volta Scirocco, gestita dalla Lipu. Si giunge così ai lidi ferraresi, che fanno da confine alla quinta stazione, quella di Comacchio. Tra la cittadina e i lidi si trovano la stazione di pesca Foce-Museo delle Valli e le saline di Comacchio. L’ultima stazione (18.000 ettari), lungo il confine con il Veneto, inizia oltre Lido delle Nazioni. Questa vasta area include il Gran Bosco della Mesola (1058 ettari), originatosi nell’ultimo Medio Evo sulle dune alle foci del Po di Volano e del Po di Goro. Tra i lecci del ‘Boscone’ - così viene popolarmente chiamato - vive un centinaio di cervi, discendenti degli esemplari sopravvissuti alle battute di caccia degli Estensi. Nel bosco, inoltre, si possono incontrare daini, ramarri, tassi, allocchi e tartarughe palustri. A ovest dell’ingresso del bosco - Riserva naturale dello Stato - c’è la Riserva naturale integrale Bassa dei Frassini e Balanzetta, un’area di 220 ettari a protezione integrale: vi si può accedere solo per fini di studio. Aperto a tutti in primavera ed estate, sempre vicino all’ingresso del Boscone, è invece il Giardino del Delta, un orto botanico dove sono conservate specie floreali del parco.


Della stessa stazione del Bosco della Mesola fanno parte i porti di Goro e Gorino (noti per la pesca delle vongole e delle cozze) e il Lido di Volano. Tra i punti di interesse spiccano il Castello Estense di Mesola (nella cittadina omonima, dove ha sede il Centro di educazione ambientale del parco) e la Torre dell’Abate, un’idrovora del XVII sec., a Santa Giustina di Mesola, in passato usata per trasformare gli acquitrini in terreno coltivabile.



L’ultimo respiro di Anita 


Lasciata la pescosa cittadina di Laguna, nel Sud del Brasile, e finita chissà come tra le braccia di quel vagabondo di Giuseppe Garibaldi, l’amata Anita, malata e indebolita dalla quinta gravidanza, esalò l’ultimo respiro nella fattoria Guìccioli, in località Mandriole, il 4 agosto 1849. La compagna dell’Eroe dei Due Mondi, braccata assieme a ‘Pepino’ dai soldati austriaci alleati ai papalini, si trascinò attraverso le Valli di Comacchio, prima di trovare la pace eterna. Un busto bronzeo e un cippo la ricordano. Per raggiungere il luogo bisogna arrivare in località Sant’Alberto, in provincia di Ravenna, oltre il fiume Reno. Da qui, proseguendo verso est, si arriva alla fattoria, nei pressi dell’incrocio con la statale Romea, sulla sinistra.



Informazioni
c/o Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po
via Cavour 11, tel. 0533 314003, Comacchio
www.parks.it/parco.delta.po.er



ALTRE FOTO su:

Nessun commento:

Posta un commento