mercoledì 5 settembre 2012

PORTOGALLO - A DUE PASSI DA LISBONA


Cinque idee per altrettante escursioni nei dintorni della capitale portoghese, usando i comodi mezzi pubblici - treno e autobus - locali.



Dalla stazione ferroviaria del Cais do Sodré un treno raggiunge in breve Cascais, situata 28 km a ovest della capitale, lungo la Costa do Sol. Nota a tutti gli italiani per aver ospitato re Umberto II durante il suo esilio (a partire dal 1946), oggi Cascais si è trasformata in un importante centro turistico, frequentato dall’élite portoghese - che vi possiede sontuose ville - e da numerosi turisti, soprattutto durante l’estate e i fine settimana. Abitata da circa trentamila persone, è un’antica città di pescatori che fu distrutta da un terremoto nel 1755. Fino al 1870 si sviluppò come stazione balneare, essendo allora il primo centro di soggiorno estivo della corte reale. Del villaggio di pescatori originario oggi non rimane che qualche peschereccio, alcuni piatti - rigorosamente a base di pesce - e pochi monumenti. L’antica cittadella (XVII sec.), situata su un’altura, ospita la residenza estiva del Presidente della Repubblica, mentre la chiesa di Nossa Senhora da Assunção (XVIII sec.) ha alcuni azulejos (vedi ) di pregevole fattura. Interessante è il Museo del Mare. Nel museo Castro Guimarães, invece, sono conservati dipinti, ceramiche e sculture. La bella baia sulla Praia da Ribeira, circondata da alberghi, è punteggiata da pescherecci che si alternano ai lussuosi panfili del jet set internazionale, e spesso è il punto di partenza per importanti regate. In centro, parzialmente pedonalizzato, si trovano la Rua Federico Arouca, la via dei negozi, e l’Hotel Albatroz, costruito per la famiglia reale nell’Ottocento. Ogni mercoledì e giovedì nelle vie centrali si tiene un mercatino, dove è possibile acquistare sia artigianato sia pezzi d’antiquariato. Una leggenda narra come un abitante di Cascais, tale Alfonso Sanches, fu in realtà il primo navigatore a raggiungere l’America: Cristoforo Colombo non ne sarebbe stato altro che un emulo, ispiratosi al suo diario di bordo... Tutti i nostalgici della monarchia - ma anche i semplici curiosi - non dimenticano, durante la visita alla città, di fare una capatina a Villa Italia, dove Umberto II visse fino al 1961 (successivamente si trasferì in un’altra villa, più spaziosa, sempre a Cascais). La casa simbolo della monarchia italiana è situata in una zona del lungomare piuttosto isolata, lungo l’Avenida Rei Umberto II de Itália. A breve distanza si trova il Museo-biblioteca dos Contes de Castro, con un parco e una raccolta di dipinti, sculture e ceramiche ottocentesche. Alcune belle spiagge, non lontane da questa zona, attraggono ogni anni molti turisti: sono quelle do Guincho (una delle migliori in Europa per il surf), di Boca do Inferno (con un grande strapiombo roccioso) e di Cabo da Roça (la più occidentale del Vecchio Continente).




Óbidos, città incantata
Ritornati a Lisbona, prendiamo un altro treno, questa volta dalla stazione di Santa Apollonia (in direzione di Figueira da Foz), e raggiungiamo Óbidos, 86 km a nord, nel cuore dell’Estremadura. Già la piccola e ben curata stazioncina d’arrivo, ricoperta da azulejos, fa presagire la bellezza dell’antico centro abitato, situato sull’altura fortificata che si può raggiungere a piedi. La città arroccata, fondata nel 308 a.C. dai celti, un tempo era sul mare. Oggi le acque, ritiratesi nel tempo, distano più di dieci chilometri, e dietro di loro hanno lasciato una laguna e una campagna fertile. A partire dal 1210 Óbidos divenne il dono che i re del Portogallo facevano alle future spose: così fu per Dom Alfonso II a Dona Urraca, per Dom Dinis a Dona Isabel (1282), per Dom Fernando a Dona Leonor Teles (XIV sec.), per Dom João I a Dona Filipa (XV sec.), e per Dom Duarte a Dona Leonor de Aragão (sempre nel XV sec.). La città è protetta da una cinta muraria del periodo medievale, restaurata più volte. All’interno troviamo una specie di museo a cielo aperto, con viuzze acciottolate e case bianche perfettamente conservate. La rocca fu trasformata in palazzo nel XVI sec., e oggi ospita la Pousada do Castelo, un’incantevole (quanto piccolo) albergo: tra le pousadas più esclusive del Portogallo, va prenotata con mesi di anticipo. Molti abitanti del luogo affittano camere a prezzi modici, ma le dimensioni delle abitazioni sono ridotte: lo spazio - delle stradine e delle abitazioni - è ristretto e, dunque, prezioso. Diversi ristorantini punteggiano le poche vie del borgo, e sedersi ai tavolini di questo luogo congelato nel tempo, sorseggiando magari qualche bicchiere di Mateus, fa venir voglia di piantar le radici. La quiete viene interrotta solo in certi momenti dell’estate, quando il turismo affolla i camminamenti delle mura alte 13 metri. Fra le testimonianze del passato, oltre alle mura - interessante l’entrata principale, decorata con gli azulejos settecenteschi raffiguranti il Cristo no Horto -, troviamo diverse chiese, delle quali la Matríz de Santa Maria è la più importante. In stile rinascimentale, è rivestita sui muri e nel coro da azulejos seicenteschi, e conserva il sepolcro del sindaco João de Noronha (1575 circa), scolpito in marmo; nelle cappelle, infine, troviamo alcuni frontali d’altare in stile mudejar (XVI sec.). Altri edifici religiosi degni di nota sono la chiesa del Senhor da Pedra (1740-47, in stile barocco e a pianta esagonale, è situata nella periferia settentrionale; all’interno, sull’altare, è conservata una croce in pietra risalente al periodo paleocristiano), la cappella di São Martinho (in stile gotico), la chiesa della Misericordia (fondata dalla regina Leonor nel 1498, all’interno conserva splendidi azulejos multicolori e, sull’altare maggiore, dipinti seicenteschi di João da Costa), e quella di São João do Mocharro (o di Nossa Senhora do Carmo), la più antica della città.




Peniche e Nazaré
Lasciata Óbidos, in autobus raggiungiamo Penìche - ad appena 29 km -, terzo porto del Portogallo steso su una piccola penisola rocciosa unita alla terraferma da un istmo sabbioso. In passato fu un’importante roccaforte di cui conserva l’antica cittadella (secoli XV-XVII), ancora ben mantenuta. Importante centro per la pesca - lo spettacolo dei pescatori che riparano le reti è costante nella zona portuale, a sud-est della città -, Peniche è la base di partenza per l’arcipelago di Berlengas. La grande spiaggia è parzialmente incassata nella scogliera e, ogni tanto, qualche amante del brivido si lancia in gare di tuffi. I ristorantini del lungomare offrono ottimi piatti a base di pesce (sono note le aragoste della zona), e le sardinhas alla griglia, cosparse da un filo d’olio e sale grosso, sono lo ‘spuntino’ preferito dei pescatori. Tra le testimonianze del passato spicca la chiesa di São Pedro.








Proseguiamo verso nord e arriviamo, sempre in autobus, a Nazaré, città di origine fenicia bagnata dalle acque dell’Atlantico. Il centro è noto soprattutto per la grande spiaggia che, ogni estate, attira migliaia di turisti (molti i francesi). Ma anche la pesca è un’attività importante (Nazaré è il maggiore porto lusitano per pescherecci) e, sebbene ai buoi - in passato usati per ormeggiare le barche - oggi siano stati sostituiti i trattori, l’atmosfera di un tempo non è andata completamente perduta. Le donne locali, in abito tradizionale, passano le giornate a pulire il pesce e a stenderlo per essiccare lungo infinite distese di grandi setacci: i pesci, disposti con una simmetria geometrica perfetta, quasi maniacale, offrono uno spettacolo visivo insolito. La stessa impressione la proviamo se, in estate, saliamo sull’altura del Sítio (110 metri più su), la parte alta della città, raggiungibile con una funicolare, e dal belvedere osserviamo l’enorme spiaggia sottostante. Le file interminabili di tende che delimitano i bagni, così come le persone distese sulla sabbia, da questa distanza simili a formiche, offrono un altro spettacolo molto grafico e surreale al tempo stesso. È proprio nelle case più appartate del Sìtio che, d’estate, i pescatori si rifugiano, per evitare le orde turistiche della città bassa. Ed è sempre qui che si trova il Santuario di Nossa Senhora de Nazaré, una piccola cappella di grande importanza religiosa. Ogni ferragosto molti pellegrini celebrano la ricorrenza del ‘miracolo’ avvenuto nel 1182 (anno di costruzione del santuario) quando, secondo la tradizione, un cacciatore - tal Dom Fuas Roupinho -, inseguendo una preda a cavallo nella nebbia fitta, abbagliato dall’apparizione della Madonna si fermò ad un passo dal precipizio. Il segno della ‘frenata’, con la forma dello zoccolo del cavallo, ancor oggi è visibile nella roccia. Il santuario è decorato con pregevoli azulejos, sia portoghesi (di Antonio de Oliveira Bernardes) sia olandesi (di Van der Kloet, 1709). La parte più moderna della città - il quartiere di Pederneira -, si trova nella zona orientale del centro, e offre la possibilità di visitare la chiesa della Misericordia.






Fatima, la città della fede
Da Nazaré, passando per Leiria, raggiungiamo Fatima, ultima tappa di questo itinerario. La città , mondialmente nota per il suo culto, è estremamente interessante, sia per i credenti sia per i visitatori laici. L’atmosfera che vi si respira, infatti, è pregna di religiosità, nonostante l’enorme commercio di articoli religiosi che sostiene l’economia locale e che, in qualche maniera, svilisce la magia del luogo. Fu a Cova de Iria, un terreno agricolo nei pressi dell’odierna Fatima, che il 13 maggio 1917 i famosi tre pastorelli - Lúcia Jesus e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto - ebbero la visione della Madonna, continuando a vederla il 13 di ogni mese, fino all’ottobre dello stesso anno. Nel 1919 la popolazione locale costruì una piccola cappella nel luogo delle apparizioni, ma questa fu distrutta qualche anno dopo da un attentato dinamitardo Nacque così il culto della Madonna di Fatima, riconosciuto dalla Chiesa solo nel 1930. Da allora il pellegrinaggio di fedeli da tutto il mondo cattolico è cresciuto costantemente e l’abitato di Fatima, sorto attorno alla Basilica neobarocca (iniziata nel 1928), si è attrezzato per ricevere le migliaia di credenti. Gli alberghi e le pensioni crescono di numero ogni anno, i negozi di articoli religiosi non si contano più, e le confessioni vengono eseguite nelle principali lingue europee, con turni e orari prestabiliti, nell’arco dell’intera giornata. Il grande piazzale che precede la Basilica è attraversato da un lungo camminamento di marmo dove i penitenti di mezzo mondo espiano le proprie colpe, raggiungendo inginocchiati il santuario, spesso aiutati da panni o ghette che proteggono gli arti. All’uscita della chiesa grandi ex voto di cera vengono deposti dai fedeli in ceste apposite, e raffigurano teste o arti, quali segni di ringraziamento per grazie ricevute o da ricevere (guarigioni da malattie, operazioni chirurgiche in vista o ben riuscite). All’interno della basilica, dietro una vetrata è conservata l’immagine della Madonna, portata in processione oceanica ogni anno (soprattutto nella notte tra il 12 e il 13 di ogni mese, da maggio a ottobre). I penitenti proseguono il loro faticoso cammino anche qui in ginocchio, portando ceri votivi all’immagine più venerata del Portogallo lungo il perimetro che circonda la teca protettiva. Sempre nella basilica, poi, si trovano i sepolcri di Francisco e Jacinta, la sorgente miracolosa, e la cappella dell’apparizione.

pubblicato su Qui Touring











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