martedì 1 gennaio 2013

BRASILE - RIO DE JANEIRO, SÃO SEBASTIÃO


Rio de Janeiro a gennaio non è solo la capitale mondiale del piacere, all’insegna dei 40°C in spiaggia e dei preparativi per il carnevale, degli chopp (bicchieri di birra alla spina) gelati e delle ferie locali. Ai più sembrerà strano, ma è proprio in questo torrido periodo che la cidade maravilhosa vive uno dei suoi momenti spirituali più intensi. Il 20 gennaio, infatti, Rio dedica la giornata al suo patrono, São Sebastião (San Sebastiano, per chi non può fare a meno di italianizzarne il nome). Il santo, sanguinante e trafitto dalle frecce del martirio, occupa un posto di primo piano, oltre che nella dottrina cattolica ‘classica’, anche nel candomblé e nell’umbanda, le forme locali del sincretismo religioso afro-brasiliano. Secondo i culti giunti dall’Africa, poi sviluppatisi autonomamente in Brasile (gli schiavi si trovarono obbligati dai padroni a chiamare gli orixás - gli dèi africani – con i nomi dei santi cattolici), questo santo corrisponde a diverse divinità sincretiche, a seconda dei luoghi: a Recife (Pernambuco), per esempio, è Omolu (o Xapanã, ‘Figlio del Signore’), un orixá tra i più temuti e popolari, in quanto domina sulla salute. Può curare ogni malattia, perfino la peste, il vaiolo e ogni tipo di contagio: le malattie contagiose, in realtà, sono le punizioni che infligge a chi non lo rispetta adeguatamente. A São Paulo, invece, São Sebastião viene identificato con Ogum (o Ogun), dio delle guerre armato di spada di ferro (suo simbolo), lancia, elmo, scudo e corazza d'acciaio. È il dio di tutti coloro che, per mestiere, hanno a che fare con i metalli: fabbri, autisti (di treni e di automobili), cacciatori. A Rio de Janeiro, infine, il santo corrisponde ad Oxossi (od Odé), un grande cacciatore che abita le foreste più impenetrabili. È il rappresentante della medicina nella mitologia africana: per i popoli nativi le sue foglie e le sue erbe medicinali sono fonti di salute. Protegge tutta la flora e la fauna, essendo il dio del bosco e della caccia.





  
La processione dedicata al patrono dei cariocas ha origine nella futuristica Cattedrale Metropolitana di São Sebastião, uno dei punti di riferimento della città: la sua forma, simile a quella di un’astronave aliena atterrata a breve distanza dalla Baia di Guanabara, non può passare inosservata. Il grande edificio conico si trova lungo l’Avenida República do Chile 245, all’incrocio con l’Avenida República do Paraguai, nel centro storico della città, a pochi passi dall’Acquedotto della Lapa. Quasi di fronte alla Cattedrale, inoltre, si erge l’altrettanto moderno palazzo della Petrobrás, l’ente statale per lo sfruttamento del petrolio. Per raggiungere questa zona si può usare la comoda metropolitana, scendendo alla fermata Carioca. La chiesa, consacrata al culto nel 1980, è aperta tutti i giorni dalle 7 alle 18 e ospita un museo di arte sacra. Se l’esterno offre una vista piuttosto lugubre e inquietante (l’astronave sembra ricoperta dalla fuliggine), l’interno - fresco e silenzioso - riporta il fedele e il semplice visitatore a un’atmosfera mistica e riservata, grazie soprattutto alle bellissime vetrate colorate. Una volta entrati, il contrasto con il calore e i rumori dell’esterno è molto forte.








La processione del 20 gennaio inizia solitamente in tarda mattinata. All’esterno si assiepano fedeli e venditori ambulanti di copinhos (bicchieri sigillati) di acqua fredda, di quadretti con immagini religiose e di fitas, i braccialetti con il nome del santo. Questi nastrini colorati, almeno secondo quanto riferito da chi le vende e da chi li compra, dovrebbero portare fortuna (non è chiaro se a entrambi). Al momento di annodarli bisognerebbe esprimere un desiderio, il quale si avvererà solo quando il braccialetto, ormai logoro per il tempo e i lavaggi, si romperà da solo: non vale reciderlo di proposito o anticiparne la rottura con sfregamenti ‘involontari’; in tal caso il desiderio non si avvererebbe. Apparentemente tutte uguali tra loro - variabili solo nella tinta -, le fitas, in realtà si differenziano a seconda del nome che riportano, sempre corrispondente a quello di un santo. Sebbene vendute come ‘prodotto artigianale’, sono prodotte su rocchetti lunghi ettometri nelle industrie del Sud - a São Paulo o a Belo Horizonte -, per poi essere rivendute al dettaglio, una ad una, con un notevole rincaro. Alcuni turisti (soprattutto stranieri) a volte riescono a farsi abbindolare e a pagarle fino a 10$.








La processione ha inizio con una messa, alla quale partecipano i maggiori esponenti della chiesa locale, varie autorità civili e numerosi fedeli. L’immagine del santo è inizialmente conservata all’interno della Cattedrale, e i credenti le porgono omaggio strofinando le mani o la fronte con una delle tante fitas rosse - il colore del santo - che pendono dal torace e dal piedistallo di São Sebastião. Terminato il rito, la statua del santo viene caricata sul retro di un camioncino scoperto e portata in processione attraverso le vie limitrofe del centro. La folla si assiepa attorno all'effigie sacra - soprattutto nel momento in cui questa viene caricata sul mezzo, nel tentativo di toccarla e trarne benedizione -, quindi si incolonna a seguito del corteo. Molti presenti vestono abiti di colore rosso vivo - almeno parzialmente - o bianco (tinta della purezza), così da formare un’atmosfera e un’energia unica e positiva. Una volta tanto Copacabana e le sue folle di bagnanti sembrano cose di un altro continente.

Pubblicato su Qui Touring

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